ISPRA e Rapporto Rifiuti Urbani 2018: i dati in Italia.

Arriva il Rapporto Rifiuti Urbani 2018 redatto dall’Ispra ed è subito l’occasione per fare il punto della situazione in Italia, in particolar modo per avviare una riflessione sulla Puglia.
Giunta alla sua ventesima edizione, il documento stilato dal centro di ricerca del ministero dell’Ambiente è stato presentato al Senato con tutti i dati aggiornati al 2017, relativi alla produzione e gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, alla raccolta differenziata, all’import, export e tariffazione.

Rapporto Rifiuti Urbani 2018: i dati.

Sono sempre impressionanti i dati che emergono dal Rapporto ISPRA. Secondo quando si apprende dallo studio, nel 2016 sono stati prodotti nei 28 Paesi europei, circa 346,6 milioni di tonnellate, in aumento rispetto all’anno precedente.

L’Italia produce in media più rifiuti rispetto agli altri Paesi, con 30,1 milioni di tonnellate, il 2% in più rispetto all’anno prima.
Andando poi nel merito dell’Italia stessa, il nord Italia produce quasi 14 milioni di tonnellate, il Centro 6,5 milioni di tonnellate e il Sud 9,1 milioni di tonnellate, con i più alti valori registrati per la provincia di Rimini: circa 727 chilogrammi per abitante per anno.

Rifiuti urbani in Italia: la raccolta differenziata e gli impianti.

Anche se proprio non virtuosa, l’Italia registra un lieve aumento della percentuale di raccolta differenziata: circa il 55,5%, distribuendosi in questo modo:

  • circa 9,2 milioni di tonnellate al Nord
  • 3,8 milioni di tonnellate al Sud
  • 3,4 milioni di tonnellate al Centro

Sale sul podio delle regioni più virtuose il Veneto, con 73,6% di raccolta differenziata, seguita dal Trentino Alto Adige con il 72%, Lombardia con il 69,9% e Friuli Venezia Giulia con il 65,5%, superando l’obiettivo del 2012, fissato per il 65%.
E sopra questa percentuale si collocano anche Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta (61,1%).

In aumento anche la percentuale per la raccolta differenziata nelle regioni di Piemonte, Abruzzo, Toscana, Campania, Liguria, Lazio e Basilicata.
Tra le regioni del Sud spicca la Puglia con una percentuale maggiore del 40%, mentre fanalini di coda restano Calabria, Molise e Sicilia, quest’ultima con il suo 21,7%.

Un focus sulla Puglia.

Se è vero che è aumentata la raccolta differenziata in Puglia nel 2017, è anche vero che la regione è ancora lontana dagli obiettivi di legge. Alcune province, poi, più di altre, vedono un lieve aumento della percentuale:

  • Lecce con il 31,1%
  • Taranto con il 32,9%
  • Foggia con il 33,5%

Un fenomeno che caratterizza e penalizza pesantemente la Puglia è dato dall’abbandono dei rifiuti per le strade extra urbane. Sulle arterie statali o comunali non è difficile imbattersi cumuli di sacchetti plastica o addirittura mobili o elettrodomestici dismessi. I dati ISPRA parlano addirittura di 9.127 tonnellate di immondizia abbandonata.

Aumenta la raccolta differenziata nell’ordine, per le seguenti categorie di rifiuti:

  • frazione organica
  • carta e cartone
  • vetro
  • plastica
  • legno
  • metalli

Certo, con l’emanazione della direttiva 2018/851/UE e l’introduzione degli ulteriori obiettivi per la preparazione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, che parlano di un 50% al 2020, 60% al 2030 e 65% al 2035, anche la Puglia è ancora lontana dal raggiungimento dei traguardi.

Gli impianti che hanno gestito i rifiuti nel 2017 sono 644, con una diminuzione del conferimento in discarica del 6,8%, pari a 500 mila tonnellate.
Stabilità al Nord (+2%), mentre al Centro (-14%) ed al Sud (-7%) si registrano riduzioni sostenute.
Non tutte le regioni sono dotate delle necessarie infrastrutture di trattamento dei rifiuti. In molti contesti territoriali, ci si trova ad affrontare una forte scarsità degli impianti con susseguente trasferimento dei rifiuti raccolti in altre regioni o all’estero.

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