
Arrivano le novità in materia di rifiuti direttamente dall’Unione Europea. Sono state presentate nel convegno “Circular Economy, le direttive europee appena approvate”, presso il ministero dell’Ambiente.
E le novità riguardano innanzitutto gli obiettivi di riciclo:
per i rifiuti urbani si parla di un 55% nel 2025, 60% nel 2030 e del 65% nel 2035, di contro ad un odierno 42%.
E, per raggiungere il target del 2035, sarà necessario che la raccolta differenziata arrivi almeno al 75%, vale a dire un 23% in più rispetto ad oggi.
Oltre al fattore “obiettivi”, tra le novità dettate dall’Ue c’è anche un maggiore coinvolgimento dei produttori, rafforzando la loro responsabilità nella gestione dei rifiuti che derivano dai loro prodotti. Saranno loro, infatti, a dover assicurare il rispetto dei target di riciclo, la copertura dei costi di gestioni efficienti della raccolta differenziata, delle operazioni di cernita e trattamento, nonché dell’informazione, raccolta e comunicazione dei dati.
Nuovi target per gli imballaggi, taglio dello smaltimento in discarica, riduzione degli sprechi alimentari: è quanto è emerso dal nuovo pacchetto di direttive europee sui rifiuti e la Circular Economy, approvate da Consiglio, Commissione e Parlamento Ue.
E anche se l’Italia è già a buon punto per il riciclo di imballaggi, con il suo 67%, l’obiettivo è di arrivare al 70% entro il 2030, con una distinzione da farsi per tipologia di materiale dell’imballaggio.
Lo smaltimento in discarica secondo l’Ue.
Lo smaltimento in discarica non dovrà superare il 10% dei rifiuti urbani prodotti. A tal riguardo, in Italia la media è del 26%, con molte regioni in forte ritardo.
Tra queste:
- Molise (90% in discarica)
- Sicilia (80%)
- Calabria (58%)
- Umbria (57%)
- Marche (49%)
- Puglia (48%)
Infine, arriva dall’Ue anche l’impegno all’attuazione di una strategia contro gli sprechi alimentari, con l’introduzione di target di riduzione degli sprechi del 30% al 2025 e del 50% al 2030.