
Il tasso di riciclo dei rifiuti urbani nelle regioni del sud Italia è ancora sensibilmente inferiore rispetto al dato medio nazionale: 39% contro 45%.
È quanto emerge dal Rapporto sui rifiuti urbani e l’economia circolare nel sud Italia, che approfondisce la gestione circolare dei rifiuti in sette regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna) e in 31 città, realizzato dal Green City Network, iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, in collaborazione con il Conai.
L’obiettivo di riciclo del 55%, previsto per il 2025, appare lontano. La Puglia ha registrato nel 2018 un valore del 32%, tra i più bassi del sud Italia.
Sebbene sia confermato il trend di crescita del riciclo e della raccolta differenziata, le regioni del sud scontano degli svantaggi, soprattutto sul piano della disponibilità impiantistica, che impediscono il salto di qualità richiesto dall’UE nell’ottica dell’economia circolare.
Dal Rapporto emerge che la produzione dei Rifiuti Urbani (RU) nei cinque anni presi in esame (2013-2018) è cresciuta a livello nazionale, mentre al sud è rimasta pressoché stabile. Solo la Puglia ha registrato un incremento (+6 kg/ab/anno).
I dati sulla raccolta differenziata non sono più confortanti: ben 5 regioni, tra le quali la Puglia, hanno valori inferiori alla media nazionale. Buona invece la raccolta differenziata di Abruzzo e Sardegna che arriva, rispettivamente, al 60% e al 67%.
Per quanto riguarda il tasso di crescita della raccolta differenziata rispetto al 2013, la Puglia è seconda dopo la Calabria, con un incremento del 23%.
Rispetto alla sola frazione organica, la quantità gestita in Italia nel 2018 è di 7,7 Mt. Più della metà è trattata in impianti di compostaggio, il 38% in impianti integrati di digestione anaerobica e aerobica e il 10% in impianti di produzione di biogas.
Nel sud, la frazione organica gestita è pari a 1,2 Mt e, a differenza del dato nazionale, il 77% è trattato in impianti di compostaggio, il 16% in impianti integrati e solo il 6% è destinato alla produzione di biogas.
Sono diminuiti gli impianti di gestione ed è cresciuto l’export di rifiuti, che ha registrato un +31% per gli urbani e un +14% per gli speciali. Infine, sono aumentati notevolmente i costi di smaltimento con un +40%.
Uno scenario ben distante dagli obiettivi europei fissati per il 2035, che prevedono il raggiungimento del 65% di riciclo e del 10% di rifiuti urbani conferiti in discarica.
In conclusione, per raggiungere gli obiettivi di riciclo fissati dall’Europa per il 2025, 2030 e 2035, tutte le regioni dovranno intraprendere una serie di azioni per incrementare la raccolta differenziata, migliorare il riciclo e adeguare le infrastrutture. Un grande sforzo necessario per favorire la transizione verso l’economia circolare.